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Ballottaggio 2013 – Giarre (CT)

Tallinn, Estonia 

Per la serie “nulla è mai come sembra”, ecco i cataclismi che hanno sconvolto il panorama politico giarrese poco prima del ballottaggio per l’elezione del sindaco. Le previsioni “elettorali” che fanno leva sulla conoscenza dei sistemi di traduzione di voti in seggi, i metodi di assegnazione e di calcolo delle forze partitiche sono, ancora una volta, poco utili alla comprensione degli schieramenti finali in questa infinita campagna elettorale.

Veniamo ai fatti. Dopo una disastrosa tornata elettorale, nella quale la coalizione ha guadagnato soltanto 350 voti rispetto alle amministrative del 2008, ritornando ai seppur magri livelli del 2003 sopra i 2.500 voti, il centro sinistra si sfalda. Nelle due passate tornate elettorali, infatti, la coalizione del centro sinistra aveva espresso il secondo candidato più forte. Questa volta, invece, la coincidenza tra disastro dei partiti e liste civiche, disastro del candidato sindaco e  sistema elettorale è stata fatale a livello politico per il centro sinistra.

Lo sbarramento al 5%, infatti, avrebbe dovuto servire da segnale agli ingegneri elettorali che si occupavano di stilare le liste prima della campagna elettorale. A Giarre, la forza della destra e delle clientele è nota, quindi un centro sinistra che mirasse a vincere  avrebbe dovuto tener conto di ogni particolare. Invece, ci si trincerò dietro i simboli dei partiti, dietro personalità più o meno popolari e forse anche dietro il mal celato desiderio di “sconfitta programmata“.

Dopo la sconfitta, infatti, è sembrato che l’unico obiettivo del Partito Democratico fosse quello di ottenere più seggi possibile, cosa che li ha portati ad appoggiare la coalizione di Salvo Andò. Una inversione di marcia del tutto inaspettata, spinta dalla CGIL di Giarre, dal PD catanese e nientemeno che da Crocetta (il cui simbolo è arrivato penultimo al primo turno). La sorpresa degli alleati della coalizione è stata accompagnata da un’altra strabiliante novità. Il candidato sindaco del centro sinistra si è alleato con l’altro contendente al ballottaggio, Roberto Bonaccorsi. Con la proposta di una vice-sindacatura, Salvo Patanè ha deciso di appoggiare il progetto del suo avversario più distante durante la campagna elettorale. “If you can’t beat them, join them” cantavano i Queen alla fine degli anni settanta.

Cosa significa tutto ciò in termini elettorali? In caso di vittoria di Bonaccorsi, come già detto, i 12 seggi saranno ripartiti tra PdL (6) e le liste civiche collegate (2 ciascuna). I rimanenti 8 andranno alle liste collegate ad Andò (6, incluso uno per il PD) e due andranno a Città Viva di D’Anna. Il PD non guadagnerebbe alcun seggio dall’apparentamento, in questo caso. Se Andò riuscisse a battere Bonaccorsi, il quadro cambierebbe sostanzialmente: Bonaccorsi rimarrebbe con 6 seggi (3 al PdL e uno ciascuno agli altri) e Città Viva otterrebbe i soliti 2. Dall’altra parte, le liste collegate ad Andò al primo turno otterrebbero 9 seggi, in compagnia del PD, che ne otterrebbe 3, diventando la chiave di volta della maggioranza del Consiglio Comunale.

È importante notare che la forza politica più sorprendente delle elezioni del 2013, Città Viva, non si è “apparentata”, seppur si sia schierata timidamente con Bonaccorsi. Questo, in termini elettorali, significa che i consiglieri eletti tra le sue fila saranno due in entrambi i casi e che l’obiettivo sarà utilizzare il Consiglio quale luogo dove esprimere le proprie preferenze caso per caso.

In termini politici, quindi, con l’uscita di scena del PD quale opposizione programmatica alla prossima amministrazione comunale (specialmente in caso di vittoria di Andò), ecco che si prefigura una lotta alle clientele che riecheggia le scorse amministrazioni, stavolta senza una vera anche se minima opposizione in Consiglio. D’altra parte, la mossa di Patanè testimonia quanto sbagliata fu la scelta di imporlo come candidato di un centro sinistra di cui egli non è espressione. La prospettiva di un governo Andò-PD mi spaventa più di quanto mi intrighi. Al contrario, la sconfitta di questa alleanza scomoda sarebbe un segnale gravissimo per il Partito Democratico e segnerebbe il totale fallimento del centro sinistra a Giarre.

Una nota finale sulle preferenze di genere: i due seggi di Città Viva saranno ricoperti da due donne, 1 donna sarà eletta tra le fila dei bonaccorsiani (comunque vada), Tania Spitaleri sarà da sola per il PD in caso di sconfitta di Andò, oppure accompagnata da un’altra democratica. Solo con la vittoria, le liste di Andò eleggeranno donne (3), che saranno assenti in caso di sconfitta. In Consiglio ci saranno 4 donne (in caso di vittoria Bonaccorsi) oppure ben 8, in contrasto con il passato Consiglio che ne ospitava solo due (per altro riconfermate). Un miglioramento in termini di pari opportunità, anche se questo non sembra il principale problema per la città di Giarre.

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